Mercoledì 9 settembre 1998, mentre volge al termine una delle estati più torride delle ultime decadi del XX secolo, arriva la notizia della morte di Lucio Battisti, per anni autentico deus ex machina della musica pop italiana. Per giorni le Tv nazionali trasmettono tutto quanto in loro possesso: poca roba in realtà, perché Lucio Battisti è uscito dalla scena mediatica da un quarto di secolo!
La scomparsa dell’artista di origine laziale mette fine ad una rinda di voci circa le sue condizioni di salute e, soprattutto, stronca la discutibile moda dell’epoca di strappare un’immagine, un audio: insomma, tutto quanto violasse la sua intimità tenacemente ricercata nel periodo del grande successo e gelosamente custodita sin da quando ha deciso di farsi da parte, limitandosi esclusivamente a produrre musica. Ora la sua opera entra definitivamente nella leggenda. E non poteva essere altrimenti, data la sua capacità di stravolgere i canoni dell’intero panorama pop del Bel Paese.
La scomparsa dell’artista di origine laziale mette fine ad una rinda di voci circa le sue condizioni di salute e, soprattutto, stronca la discutibile moda dell’epoca di strappare un’immagine, un audio: insomma, tutto quanto violasse la sua intimità tenacemente ricercata nel periodo del grande successo e gelosamente custodita sin da quando ha deciso di farsi da parte, limitandosi esclusivamente a produrre musica. Ora la sua opera entra definitivamente nella leggenda. E non poteva essere altrimenti, data la sua capacità di stravolgere i canoni dell’intero panorama pop del Bel Paese.
LA SITUAZIONE DELLA SERIE A
Lucio Battisti: INFANZIA ED ESORDI MUSICALI
Quasi in ossequio alla volontà di scindere pubblico e privato, ben poco è dato a sapere dell’infanzia di Lucio Battisti.
Nasce a Poggio Bustone il 5 marzo 1943, probabilmente nell’anno più drammatico della storia dell’Italia unita, ma un anno che dà al mondo della musica e del calcio autentici numeri uno. Il giorno prima è venuto al mondo Lucio Dalla, mentre nascono campioni del calibro di “Totonno” Juliano, Picchio De Sisti, Roberto Boninsegna, Roberto Rosato e Gianni Rivera, giusto per citarne solo alcuni!
L’ambiente piccolo-borghese in cui il ragazzo cresce confrontandosi con la dura realtà della guerra e del primo post-conflitto, – padre impiegato e madre casalinga – continuerà a guidare le sue scelte di vita. Timido e sognatore,riceve la sua prima chitarra negli anni dell’adolescenza, quando cerca di riprodurre le nuove sonoritàdel rockn’roll che stanno arrivando dagli USA alla metà degli anni Cinquanta. In breve la musica diventa la sua ragione di vita, suscitando in alcuni momenti la preoccupazione del padre Alfiero (classe 1913), il quale, a causa degli scarsi risultati scolastici del ragazzo, sarebbe arrivato a “spaccargli in testa una chitarra”. Lucio consegue il suo diploma di elettrotecnico e, come da accordi col padre, è libero di tentare la carriera nel mondo della musica. Due anni per riuscire: quelli che avrebbe dovuto trascorrere sotto le armi, espletando un servizio militare da cui viene esentato per l’invalidità del padre stesso.
Lunghi riccioli cadono sulle sue spalle e il “riccetto”, come viene soprannominato, è molto ricercato a livello locale, proprio per la sua abilità con la chitarra. Per qualche mese si unisce ad un gruppo napoletano, ma gli scarsi guadagni lo convincono ben presto a rientrare a Roma. Qui entra in contatto col gruppo milanese dei Campioni,band dal taglio decisamente professionistico con date all’estero. Inizia qui a comporre musica per i testi del leader Roby Matano. È in una tourné tra Olanda e Germania del 1964 che Lucio Battisti viene a contatto con la realtà musicale internazionale, di cui ne assorbirà tutte le sfacettature.
Lui si vede come compositore e in questa veste riesce ad avere un incontro col discografico Paolo Crepax nel 1965. Durante il provino viene notato da una talent scout della Ricordi che lo pone sotto contratto. Incontra Giulio Rapetti, già Mogol, già paroliere di grande fama. Nonostante il proprio scetticismo, Mogol decide di collaborare col ragazzo, se non altro per la volontà di questi di migliorare la sua produzione! Senso del ritmo ed attenzione per i dettagli sono già caratteristiche della scrittura di Lucio Battisti. Escono i primi brani, portati al successo da altri interpreti: Dolce di Giorno dai Dik Dik e Per una Lira dai Ribelli del talentuosissimo Demetrio Stratos. Bene o male, Lucio Battisti è entrato nel giro!
Nasce a Poggio Bustone il 5 marzo 1943, probabilmente nell’anno più drammatico della storia dell’Italia unita, ma un anno che dà al mondo della musica e del calcio autentici numeri uno. Il giorno prima è venuto al mondo Lucio Dalla, mentre nascono campioni del calibro di “Totonno” Juliano, Picchio De Sisti, Roberto Boninsegna, Roberto Rosato e Gianni Rivera, giusto per citarne solo alcuni!
L’ambiente piccolo-borghese in cui il ragazzo cresce confrontandosi con la dura realtà della guerra e del primo post-conflitto, – padre impiegato e madre casalinga – continuerà a guidare le sue scelte di vita. Timido e sognatore,riceve la sua prima chitarra negli anni dell’adolescenza, quando cerca di riprodurre le nuove sonoritàdel rockn’roll che stanno arrivando dagli USA alla metà degli anni Cinquanta. In breve la musica diventa la sua ragione di vita, suscitando in alcuni momenti la preoccupazione del padre Alfiero (classe 1913), il quale, a causa degli scarsi risultati scolastici del ragazzo, sarebbe arrivato a “spaccargli in testa una chitarra”. Lucio consegue il suo diploma di elettrotecnico e, come da accordi col padre, è libero di tentare la carriera nel mondo della musica. Due anni per riuscire: quelli che avrebbe dovuto trascorrere sotto le armi, espletando un servizio militare da cui viene esentato per l’invalidità del padre stesso.
Lunghi riccioli cadono sulle sue spalle e il “riccetto”, come viene soprannominato, è molto ricercato a livello locale, proprio per la sua abilità con la chitarra. Per qualche mese si unisce ad un gruppo napoletano, ma gli scarsi guadagni lo convincono ben presto a rientrare a Roma. Qui entra in contatto col gruppo milanese dei Campioni,band dal taglio decisamente professionistico con date all’estero. Inizia qui a comporre musica per i testi del leader Roby Matano. È in una tourné tra Olanda e Germania del 1964 che Lucio Battisti viene a contatto con la realtà musicale internazionale, di cui ne assorbirà tutte le sfacettature.
Lui si vede come compositore e in questa veste riesce ad avere un incontro col discografico Paolo Crepax nel 1965. Durante il provino viene notato da una talent scout della Ricordi che lo pone sotto contratto. Incontra Giulio Rapetti, già Mogol, già paroliere di grande fama. Nonostante il proprio scetticismo, Mogol decide di collaborare col ragazzo, se non altro per la volontà di questi di migliorare la sua produzione! Senso del ritmo ed attenzione per i dettagli sono già caratteristiche della scrittura di Lucio Battisti. Escono i primi brani, portati al successo da altri interpreti: Dolce di Giorno dai Dik Dik e Per una Lira dai Ribelli del talentuosissimo Demetrio Stratos. Bene o male, Lucio Battisti è entrato nel giro!
Lucio Battisti: GLI ANNI DELL’AFFERMAZIONE
Su suggerimento di Mogol, Lucio Battisti inizia anche a cantare in proprio le sue canzoni, vincendo lo scetticismo dei discografici per quella voce afona, lontana anni luce dai canoni vocali dell’epoca. Dopo qualche singolo di scarso successo, la scommessa può dichiararsi vinta nel 1968, quando il brano “Balla Linda” scala le classifiche. Nel frattempo lui si gode il primato di “29 settembre” portata in vetta dalle Equipes 84.
Il 1969 è l’anno della consacrazione del talento di Poggio Bustone. “Acqua Azzurra acqua chiara” diventa il tormentone dell’estate, sfruttando il traino di “Un’avventura” cantata sul palco del Festival di San Remo in coppia con Wilson Pickett, icona del R and B, uno dei generi esplorati dal musicista. “Acqua azzurra acqua chiara” vince il Festival Bar, ma la consacrazione giunge col singolo successivo: “Mi ritorni in mente”. Si tratta di un brano scritto da Battisti ai tempi della collaborazione con Roby Matano, al quale Mogol dà un nuovo testo.
Il 1969 è l’anno della consacrazione del talento di Poggio Bustone. “Acqua Azzurra acqua chiara” diventa il tormentone dell’estate, sfruttando il traino di “Un’avventura” cantata sul palco del Festival di San Remo in coppia con Wilson Pickett, icona del R and B, uno dei generi esplorati dal musicista. “Acqua azzurra acqua chiara” vince il Festival Bar, ma la consacrazione giunge col singolo successivo: “Mi ritorni in mente”. Si tratta di un brano scritto da Battisti ai tempi della collaborazione con Roby Matano, al quale Mogol dà un nuovo testo.
Lucio Battisti: POLEMICHE E SUCCESSI
All’inizio degli anni Settanta, l’ascesa del duo Battisti-Mogol sembra inarrestabile. Il duo sforna successi in serie per sè e per gli altri. Sono gli anni in cui producono capolavori anche per la grande Mina, tra cui: “Io e te soli”, “Insieme” e “Amor Mio”. Fondano pure una nuova etichetta discografica: la “Numero UNO” che lancia soggetti come: “La Formula 3”, “Adriano Pappalardo” la Premiata Forneria Marconi ed un giovanissimo “Edoardo Bennato”.
Assieme all’ebrezza della gloria, Lucio Battisti deve fronteggiare anche l’amarezza delle polemiche. Sembra incredibile, ma il Lucio Battisti che sta monopolizzando il panorama della musica leggera italiana, rappresenta una voce fuori dal coro. Si tratta infatti di un cantautore politicamente non schierato,autentica mosca bianca in cui i cosiddetti “artisti impegnati” usano professare la loro fede politica, solitamente di sinistra! Battisti, invece, vuole far parlare solo la musica. Per questo motivo inizia il suo progressivo distacco dalla ribalta mediatica. Nel 1970 tiene il suo ultimo tour di concerti, proprio per dedicarsi esclusibamente alle sue canzoni, sempre avanti, sempre ricercate. Battisti è un poli-strumentista, capace di pensare al brano a 360 gradi, componendo con in testa l’intero arrangiamento! Ogni brano e ogni LP presenta delle novità, con una costante però: la grande presenza ritmica anche nei pezzi più lenti.
Battisti canta la quotidianità, circostanza per cui c’è chi sostiene che in realtà egli simpatizzi per l’estrema destra. È tutto un ricercare simboli fascisti nei suoi testi (“planando sopra boschi di braccia tese” in “La collina dei ciliegi” ad es.), ma lui non dà peso a tutto ciò. Invece inizia a tirare fuori il suo lato schivo quando diventa oggetto del più bieco gossip attorno alla sua vita privata. In questi anni ha iniziato la sua relazione amorosa con Grazia Letizia Veronese, quella che diventerà la donna della sua vita. Lucio Battisti vuole preservare la propria vita privata, facendo parlare di sè solo per le sue canzoni! Il 1972 diventa l’ultimo anno in cui appare dal vivo in Tv e alla radio. Dirada progressivamente anche le interviste con la carta stampata, mantenendo rapporti solo con i media esteri.
Nel frattempo sono usciti autentici capolavori come i 33 giri : “Il mio canto libero”, il “nostro caro angelo” ed “Anima Latina”. Quest’ultimo sarà il disco che venderà più copie tra quelli prodotti dal duo Battisti-Mogol, pur non contenendo hit storiche. È tuttavia un lavoro fondamentale in quanto rappresenta un’ulteriore svolta nella sua produzione. Egli tenta infatti di fondere i ritmi sud-americane con le sonorità tipiche della musica pop-rock-progressive del momento.
Assieme all’ebrezza della gloria, Lucio Battisti deve fronteggiare anche l’amarezza delle polemiche. Sembra incredibile, ma il Lucio Battisti che sta monopolizzando il panorama della musica leggera italiana, rappresenta una voce fuori dal coro. Si tratta infatti di un cantautore politicamente non schierato,autentica mosca bianca in cui i cosiddetti “artisti impegnati” usano professare la loro fede politica, solitamente di sinistra! Battisti, invece, vuole far parlare solo la musica. Per questo motivo inizia il suo progressivo distacco dalla ribalta mediatica. Nel 1970 tiene il suo ultimo tour di concerti, proprio per dedicarsi esclusibamente alle sue canzoni, sempre avanti, sempre ricercate. Battisti è un poli-strumentista, capace di pensare al brano a 360 gradi, componendo con in testa l’intero arrangiamento! Ogni brano e ogni LP presenta delle novità, con una costante però: la grande presenza ritmica anche nei pezzi più lenti.
Battisti canta la quotidianità, circostanza per cui c’è chi sostiene che in realtà egli simpatizzi per l’estrema destra. È tutto un ricercare simboli fascisti nei suoi testi (“planando sopra boschi di braccia tese” in “La collina dei ciliegi” ad es.), ma lui non dà peso a tutto ciò. Invece inizia a tirare fuori il suo lato schivo quando diventa oggetto del più bieco gossip attorno alla sua vita privata. In questi anni ha iniziato la sua relazione amorosa con Grazia Letizia Veronese, quella che diventerà la donna della sua vita. Lucio Battisti vuole preservare la propria vita privata, facendo parlare di sè solo per le sue canzoni! Il 1972 diventa l’ultimo anno in cui appare dal vivo in Tv e alla radio. Dirada progressivamente anche le interviste con la carta stampata, mantenendo rapporti solo con i media esteri.
Nel frattempo sono usciti autentici capolavori come i 33 giri : “Il mio canto libero”, il “nostro caro angelo” ed “Anima Latina”. Quest’ultimo sarà il disco che venderà più copie tra quelli prodotti dal duo Battisti-Mogol, pur non contenendo hit storiche. È tuttavia un lavoro fondamentale in quanto rappresenta un’ulteriore svolta nella sua produzione. Egli tenta infatti di fondere i ritmi sud-americane con le sonorità tipiche della musica pop-rock-progressive del momento.
Lucio Battisti: GLI ULTIMI ANNI DI COLLABORAZIONE CON MOGOL
La seconda parte degli anni settanta segna l’esplosione mondiale della disco-music. Il fenomeno non lascia indifferente nemmeno Lucio Battisti, il quale inizia un’esplorazione metodica di quelle sonorità. “Ancora tu”, “Sì viaggiare” e “Una donna per Amico” sono i brani che meglio rappresentano la produzione di questi anni. Si tratta di canzoni concepite anche per conquistare il difficile mondo USA, questa, forse, l’unico obbiettivo mancato dal sodalizio. Battisti vive ormai in uno splendido isolamento, circostanza che, probabilmente non lo ha aiutato a sfondare oltre oceano, ma in Italia continua a dominare le classifiche, almeno fino al 1980, quando, dopo aver pubblicato l’album “Una giornata uggiosa”, interrompe silenziosamente la collaborazione con Mogol. È di quell’anno anche la sua ultima apparizione in una trasmissione televisiva, dopo di che: il nulla mediatico!
Tutto battisti su’ La Feltrinelli.it
LUCIO BATTISTI E IL DOPO MOGOL
Velezia, nome d’arte della moglie, diventa la nuova paroliera di Lucio Battisti. Il nuovo sodalizio artistico pubblica l’album “È gia” nell’autunno del 1982. Per i fans è la classica “botta”: del Battisti di prima non c’è nulla! Si tratta di un album arrangiato completamente elettronicamente. Il suo distacco dai canoni anni Settanta si concretizza tuttavia quando inizia la collaborazione ccol paroliere visionario Pasquale Panella. Solitamente le canzoni nascevano praticamente in contemporanea col testo. Spesso Battisti proponeva una melodia, alla quale Mogol adattava magistralmente le parole! I due, invece, decidono di invertire il tutto: Battisti adatterà la sua musica ai giochi linguistici di Panella. Escono brani apparentemente sconclusionati che spaccano letteralmente la critica: per alcuni si tratta di autentiche schifezze, per altri, invece, siamo di fronte ad autentici capolavori di sperimentazione.
Il pubblico, però, non riesce a comprendere il nuovo Battisti, ma continua a tenerlo in auge cantando le sue canzoni, magari in cerchio con una semplice chitarra (chi scrive ha passato molte serate con le mani su una sei corde facendo cantare gli amici), oppure acquistando ogni raccolta che contenesse i vecchi successi! Tutto questo continuerà anche dopo il 9 settembre di vent’anni fa, quando si chiude la vicenda terrena di Lucio Battisti: l’uomo che cambia definitivamente il corso della storia della musica leggera italiana.
Il pubblico, però, non riesce a comprendere il nuovo Battisti, ma continua a tenerlo in auge cantando le sue canzoni, magari in cerchio con una semplice chitarra (chi scrive ha passato molte serate con le mani su una sei corde facendo cantare gli amici), oppure acquistando ogni raccolta che contenesse i vecchi successi! Tutto questo continuerà anche dopo il 9 settembre di vent’anni fa, quando si chiude la vicenda terrena di Lucio Battisti: l’uomo che cambia definitivamente il corso della storia della musica leggera italiana.